Gli occhi di un gatto sono finestre che ci permettono di vedere dentro un altro mondo. ( Leggenda irlandese )

Moltissimi sono i gatti famosi, nella storia, nell’arte pittorica e visiva in genere.

Oggi vi presento quelli dell’eccentrico Andy Warhol che ha avuto la fortuna di vivere in compagnia anche di un gatto Thai e ha illustrato un originale libro: “25 gatti di nome Sam e un micio blu “

Si racconta che tutti i gatti di Andy Warhol si chiamassero Sam, con l’eccezione di un solo felino: Hester. Non si ha però certezza del fatto che fossero proprio 25.

Il libro è stato realizzato negli anni Cinquanta, dall’artista e da sua madre che decisero di dedicare il volume ai loro gatti. Nonostante lo stile di disegno delle illustrazioni sia semplice Warhol ha caratterizzato ogni singolo Sam, con una precisa espressione e una personale posa.

Il gatto Thai nella storia.

La prima volta in cui si parla del gatto Thai, Old Style Siamese è in un antichissimo manoscritto tailandese: il Tamra Maew.

Il manoscritto risale al 1350 e contiene disegni e brevi descrizioni in rima delle caratteristiche dei diversi tipi di gatti conosciuti nel Siam, 23 razze tra cui 17 che portano fortuna e 6 sfortuna.

Nel manoscritto il Thai è considerato gatto di buon auspicio che, adeguatamente trattato, porterebbe prosperità ai padroni. È inserito tra le 17 razze che portano fortuna e viene definito “diamante di luna”.

Nell’antica Thailandia i gatti Thai erano apprezzati dalle famiglie reali per il loro aspetto unico, misterioso ed elegante. Vivevano alla corte di re e principesse ed erano considerati “gatti reali sacri”. Erano allevati dai sacerdoti e ritenuti i guardiani dei templi. Era vietatissimo esportarli senza autorizzazione e Il loro furto veniva punito con la morte.

In uno di questi manoscritti si narra che una volta raggiunti i massimi livelli di spiritualità, si aveva l’opportunità di reincarnarsi in un gatto e, alla fine della vita dell’animale, la propria anima poteva salire in una dimensione illuminata. Per questa credenza i thailandesi seppellivano nella cripta, insieme ai loro morti, anche un gatto vivo, che poteva uscire attraverso una fessura lasciata appositamente aperta. Una volta uscito la convinzione era che l’anima del proprio caro si fosse reincarnata nel corpo del gatto.

In molte culture i gatti sono stati considerati animali sacri, portatori di calma e armonia, pace ed unione e per questo collegati alla spiritualità. I Buddhisti ad esempio ritengono che solo coloro che sono in connessione con il proprio io interiore possano davvero comprendere la natura magica di questi felini in miniatura.

I gatti sono spiriti liberi, e questa loro caratteristica li rende speciali e affascinanti. Non devono compiacere nessuno, non agiscono secondo le regole dell’ego, sanno essere affettuosi, fedeli, profondi.

Il gatto Thai non fa eccezione e aggiunge, a queste, la caratteristica di affezionarsi fortemente al suo padrone e alla sua famiglia e seguirli ovunque, come solitamente fa il cane. Per questo viene spesso definito “cangatto”.

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